Teatro Aurora Scandicci

Sabato 7 maggio 2022 ore 21 cronometrate

Dopolavoro Goliardico Fiorentino “Alvaro Vannini”
presenta l’Opera Goliardica
con un balletto, due atti e tre testamenti:

Gianni Schicchi 3: La Dose Booster

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Indice

Chi è Gianni Schicchi?

Gianni Schicchi de’ Cavalcanti è un personaggio fiorentino realmente esistito alla fine del ‘200,  citato anche da Dante Alighieri tra i personaggi dell’Inferno, dove si merita la bolgia dei falsari perché condannato per “falsificazione di persona”.

Dante dello Schicchi del Dopolavoro Goliardico

Così nella Commedia (Inferno, canto XXX, vv. 32-33 e 42-45):

E l’Aretin che rimase, tremando

mi disse: “Quel folletto è Gianni Schicchi,

e va rabbioso altrui così conciando”.

“Oh”, diss’io lui, “se l’altro non ti ficchi

li denti a dosso, non ti sia fatica

a dir chi è, pria che di qui si spicchi”.

Ed elli a me: “Quell’è l’anima antica

di Mirra scellerata, che divenne

al padre, fuor del dritto amore, amica.

Questa a peccar con esso così venne,

falsificando sé in altrui forma,

come l’altro che là sen va, sostenne,

per guadagnar la donna de la torma,

falsificare in sé Buoso Donati,

testando e dando al testamento norma”.

Incolliamo la parafrasi.

E l’Aretino che rimase, tremando mi disse: «Quello spirito maligno (folletto) è Gianni Schicchi, e pieno di rabbia va straziando in tale modo gli altri».

Gli risposi: «Oh, ti auguro (se) che quell’altro non ti pianti i denti addosso, ma a te non rincresca dirmi chi egli sia, prima che se ne corra via di qui (spicchi)».

Ed egli a me: «Quella è l’anima vissuta in tempi remoti (antica) della scellerata Mirra, che divenne amante (amica) del padre, fuori da ogni legittimo (dritto) amore.

Questa riuscì (venne) a compiere l’adulterio (peccar) con lui, falsificando il proprio aspetto con quello di altri, come quel peccatore che corre laggiù, ebbe l’ardire, per riuscire ad avere la migliore cavalla (donna) della mandria (torma), di fingersi Buoso Donati, facendo testamento e dando a questo validità legale (norma)».

Questa è la storia, chissà come sarà andata invece sul serio, ossia che Gianni Schicchi fosse famoso per le imitazioni delle persone, così che quando morì il ricco Buoso, su richiesta di un suo amico nipote di Buoso, fu chiamato a “sistemare” la situazione. Schicchi si intrufolò nel letto del defunto, ancora tiepido (più il letto che il defunto), fu chiamato il notaio, e quindi dettò testamento a favore appunto del nipote di Buoso e per sé si fece intitolare una mula: “la donna de la torma”.

La Trama di Gianni Schicchi di Puccini

Sulla base di quell’antico fattaccio di fine 1200, Giacomo Puccini compose l’opera comica Gianni Schicchi ad inizio del 1900. In questa versione non è più soltanto un nipote a volersi impossessare dei beni ma un’intera cricca di venali, variegati e variopinti parenti, smaniosi di rimediare al testamento che Buoso Donati ha fatto interamente a favore dei frati.

E lo dicono a Signa…

Schicchi, noto in tutta Firenze per la sua capacità di fregare la gente, viene quindi chiamato in gran fretta dai parenti di Buoso Donati, il ricco mercante appena morto, affinché escogiti un mezzo ingegnoso per salvarli da quella incresciosa situazione.

L’uomo fa presente ai velenosi parenti che la legge condanna all’esilio e al taglio della mano sia chi si sostituisce nel fare testamento ma anche i suoi complici, quindi saranno tutti pezzi dello stesso ingranaggio, tutti pezzi di… lo sapete.

“Addio, Firenze, addio cielo divino, io ti saluto con questo moncherino, e vo randagio come un Ghibellino!”. Così canta Schicchi ai parenti prima e dopo la truffa, prima per avvisarli e poi per sbeffeggiarli.

Arriva il notaio e Schicchi, in versione Buoso, gli detta le “sue” ultime volontà e al momento dei beni più preziosi – la «migliore mula di Toscana», l’ambita casa di Firenze e i mulini di Signa – egli ordina che queste vadano al suo «caro, devoto, affezionato amico Gianni Schicchi».

I parenti esplodono in urla furibonde ma il finto Buoso li mette a tacere canterellando il motivo dell’esilio, di nuovo “Addio, Firenze, addio cielo divino, io ti saluto con questo moncherino, e vo randagio come un Ghibellino!”, dopodiché li caccia via da quella che è diventata adesso la sua vera casa.

La figlia Lauretta e il nipote di Buoso Rinuccio si abbracciano sul terrazzo cotti d’amore, mentre Schicchi sorride contemplando la loro felicità e compiaciuto della sua astuzia.

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Le rivisitazioni del Dopolavoro Goliardico:

Schicchi 1 e Schicchi 2 e addirittura lo Schicchi 3

Chiariamo subito: non sono lo stesso copione, ci teniamo a precisare, si somigliano chiaro, ma molte battute, le canzoni e, soprattutto, i finali sono diversi: uno e trino, trino e uno.

Dopo Dante, dopo Puccini, toccava al Dopolavoro Goliardico Fiorentino aggiungere alla letteratura una rivisitazione goliardica delle gesta di questo antico e furbo concittadino.

E così nel 2016 il Dopolavoro faceva fare a Schicchi il colpaccio di tutti i beni di Buoso ma, purtroppo per lui, alla fine arrivava un ispettore di EquiToscana e sequestrava tutto, lasciando anche Schicchi senza un fiorino, non solo i parenti di Buoso Donati.

Cartellone dello Schicchi 1 del Dopolavoro Goliardico

E per noi era finita qui.

Ma poi la Carmen ammazza Don José…

Ecco che nel gennaio 2018 va in scena al Teatro del Comune di Firenze “Carmen”, la celebre opera di Bizet dove alla fine il truce Don José ammazza la… NO! A sorpresa fu la zingara Carmen a uccidere il sergente Don José, un po’ come se la strega cattiva avvelenasse il Principe azzurro, che il lupo facesse fuori il cacciatore o a vincere la scarpetta di cristallo fosse la matrigna.

Fischi da quell’oddio. Il finale cambiato per l’iniziativa contro il femminicidio non fu gradito dal pubblico.

Allora il Dopolavoro, sempre sensibile su ogni accadimento locale e globale, decise subito di mettersi a norma e quindi, in ottemperanza dell’Ordinanza teatrale del Comune di Firenze n.77 (le gambe delle donne) del 06/01/2018 (il giorno della befana) fu dato il via alla:

“Operazione Carmen: col dito, col dito, lo sparo è garantito?” cambiando il finale dello Schicchi e facendone uno politicamente corretto, a prova di multa, anzi di fischio e di fiasco.

Cartellone dello Schicchi 2 del Dopolavoro Goliardico

E poi il 2020… e poi il 2021…  non c’è nulla da scrivere, lasciamo perdere ciò che è stato, importante è che sia passato. All’improvviso nel 2022 per una strana circostanza il Direttore Artistico dell’Aurora, Alessandro Calonaci, incontra il Regista del Dopolavoro, Alex Glass, all’hub vaccinale di Scandicci e gli dice proprio in riferimento ai vaccini: “Ma se avete fatto 30 fate 31, anzi, perché non fate 1, 2… e 3?”. Senza stella.

Di certo! Se uno si è fatto la dose di Schicchi 1 e poi la dose di Schicchi 2, l’Agenzia dell’Operetta Italiana e l’Organizzazione Mondiale del Teatro raccomandano di farsi anche la dose booster, ecco quindi lo Schicchi 3.

Ma chi sono i protagonisti dell’Opera?

Buoso Donati

Tutta l’opera ruota intorno al suo letto (e al suo patrimonio). È vecchio, rincoglionito, con le ore contate… ha scatenato il dramma tra i tanti parenti: a chi lascerà tutti i suoi beni? a me? a te? a lui? a chi? Oh ma se questo piglia e lascia tutto ai frati o alle monache ci frega tutti?

Pensate che disperazione tra i parenti, sapere che ci possa essere il rischio non di dover dividersi il patrimonio, ma peggio, di vederselo sfumare tutto!

E Buoso lo sa. Sa benissimo chi gli gira per la casa e siccome un mercante è ricco perché se li è tenuti tutti per sé e li ha difesi da loro, non ha certo intenzione di fare lasciti a loro che si meriterebbero bastonate più che appartamenti gioie, e collane.

I parenti di Signa: Cieschina - Betto - Ciesca

Ogni famiglia ha la sua storia, e la loro è po’ torba, non si capisce perché quando Betto passa da Signa tutti lo indicano e parlottano, ridacchiano, chiacchierano… c’è qualcosa che non gli torna e ha un chiodo (o forse due) nella sua testa: che cosa dicono a Signa?

La moglie Ciesca si dà una grande aria da signora, ma non la racconta tutta. Vestiti sgargianti, trucco pesante, tutto molto sopra il suo tenore di vita, qualcosa non torna. È una donna un po’ troppo appariscente per un semplice maniscalco.

La loro bambina molto carina si chiama Cieschina, tutto in “ina”, in realtà è solo in seconda media ma pare Arnold Schwarzneggher, un peso massimo con taglia XXL, che non somiglia per nulla a suo babbo… basterebbe un esame del sangue per togliersi ogni dubbio, ma siamo nel 1300 giusto le sanguisughe si trova, altro che emocromo genetico!

I parenti di Vaiano: Nella - Gheraldino - Gheraldo

Gheraldo è il capo famiglia, un uomo crudo, nel senso di prosciutto. Un fattore di campagna la cui unica passione è la Fiorentina… l’annata era cominciata bene ma poi un po’ la sfortuna un po’ i nuovi schemi, insomma ha perso un po’ di entusiasmo. Poi la bomba: il progetto del nuovo stadio. E lui è entrato in crisi, ma indove parcheggerò?

La moglie Nella è una donna di provincia, semplice, preoccupata nel crescere il loro bambino e si può ben capire. Tra scuola, kindgarden, karatè, nuoto, robotica c’è da impazzire a stargli dietro, a lui poi che non gli riesce far nulla. Ha cominciato da poco a suonare il violino… ma lo sapete bene cosa pensa un genitore il cui figlio suona il violino: speriamo gli si rompa.

Il loro bambino è Gheraldino, non sarebbe cattivo, non sarebbe maleducato, non sarebbe antipatico, il fatto è che è bischero. Nel senso più bruto della parola, un mezzo cretino, un tre quarti di scemo, una fava intera. Ha anche le sue prime curiosità sul sesso e quando si incontra con la sua cugina…

La Mula

Nello Schicchi 1 non ci pensammo nemmeno, nello Schicchi 2 era praticamente pronta ma se non si sta dietro a tutto figuriamoci se qualcosa si organizza da sola. Stavola ci s’è fatta, anche se nel momento in cui scriviamo siamo ancora a dover cercare la biada. La speranza è che si materializzi questo bastardo di equino e possa finalmente calcare il palcoscenico che merita. D’altronde con tutti i cani, porci, galline e piccioni che vedrete ci può stare anche una mula. E che mula!

Rinuccio Donati

Il nipote di Buoso, non sarebbe una cattiva persona, ma voglia di lavorare saltami addosso e capacità di cantare ancora meno. Innamorato pazzo, ma perché non ha altro a cui pensare, purtroppo per lui gli manca la casa per andare da vivere da futuro sposino e qui ce ne è una che si sta per liberare, quindi anche lui è pronto a tutto ma, soprattutto, è buono a nulla.

Lauretta Schicchi

Tra i tanti è la meno peggio. Recitare recita, cattiva non è, bella è una parola grossa, anche se in sala trucco “Mangiafoco and Son Filistrucchi” fanno miracoli. Lauretta è l’unica nota positiva di tutta l’operetta, fa anche rima, certo con quel cognome così pesante non è facile andare a giro. Purtroppo canta lei “il babbino caro” ma per sua fortuna è proprio il cantarla così male che convince lo Schicchi a fare quel che deve essere fatto.

Gianni Schicchi

Il furfante, il truffatore, l’orbo nel paese dei ciechi, anzi lo stronzo in mezzo al campo dei pomodori, la conoscete la barzelletta? A chi compra un biglietto gliela racconto. Insomma, Schicchi ne sa una più di tutti, lo hanno chiamato apposta, si apparecchia la tavola per mangiare tutto da solo… ma alla fine non c’è il conto, anzi non arriva nemmeno l’antipasto.

Zita la vecchia

Di qualche mese più anziana di Buoso, sua sorella, e il sangue è proprio lo stesso: Rh inacidito. Stronza, cattiva, i beni migliori li vorrebbe lei e non le sta nemmeno bene a mano la fidanzata del nipote, la vorrebbe fuori di casa, “non ci si mischia coi villani” come se lei non fosse ancora peggio. Poi però, improvvisamente, non le pare il vero che ci sia la figlia di Schicchi in casa…

Dottor Spinelloccio

Un professionista, di gran calibro, un intenditore no di whiskey ma di acido urico, d’altronde la medicina medioevale è empirica, un po’ come ora. Nell’opera di Puccini Spinelloccio viene preso per le mele da Schicchi che finge di essere Buoso migliorato in salute, nella nostra operetta invece lui è un autorevole medico di famiglia in visita domiciliare che, dopo accurate analisi, diagnostica a Buoso solo un gran giramento di.. sì quelli lì, i coglioni. Ma non si fa pagare, siam tra amici e “al degente e all’ammalato il soccorso è assicurato”.

E tanti altri...

Un’intercettazione canora da parte della Procura

Un parente, un serpente… ma qui a casa Donati siamo oltre, qui è un covo di vipere, anzi di cobra velenosi! Come dice Buoso nel copione: “questi e ‘un son parenti, e son nemici!”

Gianni Schicchi con i parenti di Buoso ed il Notaio

Riportiamo la sbobinatura di un’intercettazione della Procura del Bargello fatta grazie ad una cimice impossibile da rintracciare, ce ne erano una e via per la casa di cimici…

“Ma davvero, ma Buoso ‘un more mai? Poera a noi! Mi sa che ci sotterra tutti!”

“Ha detto vuole vedere lo Stadio Franchi riverniciato e andarci con la nuova tramvia!”

“Lo Stadio rifatto e la linea della tramvia Bagno a Ripoli-Campo di Marte… ma figuriamoci!”

“A proposito di tramvia, io c’ho sempre una paura a montarci sopra… i convogli alla curva delle Cascine e singhiozzano, e ‘un si fidan nemmen loro del tracciato!”

“Per ‘un parlare di quande l’arrivano alla scican prima della dirittura di via Alamanni… e vagoni piangono come agnelli al macello!”

“Eh ma ora i tecnici di’ Comune si sono evoluti un po’ e via.. da Costantinopoli si son fatti mandare le mappe dell’Oriente-Express!”

“Eh sì, dice che passare il Ponte al Pino faranno un curvone parabolico che i vagoni si inclinano così tanto che tocca pagare i’ sovrapprezzo giostre…”

“Davvero! E dice il biglietto da due corse vale anche per Eurodisney!”

“Tra l’altro c’è anche i’ gemellaggio con la Francia…”

“E quando il convoglio si fermerà ai’ Capolinea partirà l’applauso liberatorio, come in aereo quando il pilota centra la pista!”

“Certo che se per fare l’uscita di Isozaki hanno finito il bando nel 1998, per vedere lo Stadio ristuccato e si anderà intorno al 2046, l’è matematica.. e unn’è possibile che Buoso c’arrivi!”

“E ‘un ci deve arrivare no! Piuttosto vo’ io a sabotare i’ progetto, a cancellargli tutto qui’ verde e a tagliargli la rete delle porte!”

“Sì.. sì, te tu dici tu dici, ma tu sei bono solo fare gestacci dai’ finestrino di’ treno”

“E insomma noi siam qui ad ammazzare il tempo..,”

“Bisognerebbe ma ammazzare lui! E poi fare metà a noi e metà a voi.. eh? Si fa?”

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Qual è la canzone più famosa del Gianni Schicchi?

È la romanza «O mio babbino caro»

La cantano dalla Callas a Orietta Berti e, per ultima, Florence Easton.

Schicchi rifiuta di aiutare i parenti Donati nell’imbroglio, loro lo pregano, ma lui se ne sbatte. A questo punto ci si mette in mezzo la figlia Lauretta, e si sa i figli so’ piezze e’ core (oltre a essere a volte dei pezzi di merda), e quando lei si mette a cantare la romanza «O mio babbino caro» annunciando il desiderio di sposare il Rinuccio Donati, allora Schicchi decide di tornare sui suoi passi ed escogita un piano, per aiutarli pensano loro, per tirarglielo in culo pensa invece lui.

Il celebre testo originale è stato solo aggiornato-sostituito-adattato-modernizzato-geolocalizzato nella versione goliardica, ma nulla del patos originario della romanza si è perso, anzi, è ancor più drammatico e struggente (da strutto, grasso alimentare animale, fondamentale per una schiacciata alla fiorentina come si deve).

O mio babbino caro

non fare il cattivello

Vo’ andar da Unoaerre

a comperar l’anello

Sì, sì, non mi fermare

la mia vita sarà breve

andrò proprio qui dietro

per poi tuffarmi in Greve!

Mi friggo di sgomento

Boia, vorrei sparir

Babbo, così ‘un si fa!

Babbo, così ‘un si fa!

Per i cinefili, “O Mio Babbino Caro” è nella colonna sonora del film “Camera con vista” e anche del film le “Vacanze di Mr. Bean’s”, chiama e rispondi. Si che c’è?

Per i cinofili, la cantiamo così da cani che merita venire solo per questi 1.25 secondi di celebrità (?).

Ma chi sono gli attori? Chi la balla? Chi la suona? Chi l’ha scritta?

Dottore dica trentatré! Qui addirittura son trentaquattro, più la mula 36, più otto ballerini fa 44, come i gatti, non in fila per tre col resto di due, ma alla fine schierati tutti insieme sul palco a cantare il Gaudeamus Igitur!

Anzi qui è un vero ‘48! Perché ci sono anche i quattro orchestrali, molto bravi, capaci e professionali, che dopo essere stati “I martiri del Campo di Marte”, “I Reclusi della Bastiglia”, “I Jason & the Argonauts”, “I molto rumore per nulla”, “I menestrelli del Nilo”, “I Lussuriosi dell’Osmannoro”, “I Fanciulli dell’Est”, “I Ciompi in tumulto”, la Cooperativa sonora “La Leopoldina”, Gli sbarcati del Mugnone”e anche qualcos’altro, a questa girata si son presi di “merdaioli” ed è probabile che prima o poi si vendicheranno.

Gaudeamus finale del Gianni Schicchi del Dopolavoro Goliardico

Dante Thema

Beatrice Garelli

Aldo l’Araldo Ispanico

Nanni l’attaccapanni  Finugo

Buoso Donati Fusi

Arno Falteroni Flower P.

Alfredina la badantina Alfredina

Gina la Gallina Quark

Storto il Beccamorto Targio

Dott. Prof. Spinelloccio Forrest Gump

Giaclin  Colluso

Gennifer Cravattino

Ciesca da Signa Cerino

Cieschina da Signa Gigante

Betto da Signa Cera

Nella da Vaiano Anubi

Gheraldo da Vaiano Stranguria

Gheraldino da Vaiano Bluto

 

Zita la vecchia  Gale

Rinuccio Donati Bove

Lauretta Schicchi Passera

Mone il Piccione  #taitifaleoperette

Suor Moana del Pozzo Riggino

Bandinello Losguanci

Laidina la beghina Laido

Vescovo Beppe Fetori Oboe

Simona la tigrona Tigre

Belvedere il palafreniere Jack il truccatore

Gianni Schicchi Biagino

Dino il Becchino Bernardino dalle Bande Nere

Guaio il Notaio Pistone

Gianninus latinus   Fusibile

La moglie Brodo

Prof. ssa Agnese Hellen

Il Senatore di Scandicci Mengele

E con l’animalesca partecipazione straordinaria di Lula, la mula che rincula.

Con le confessioni e pentimenti delle “Buzzi Belles & Bruttes”

e l’orchestra sinfonica ed elettronica “I merdaioli di Scandicci Alto”

Written and directed by Alex Glass* & La Massa’s friends

*Niente Broduei né Ollivud, è solo un bischero qui del posto, ma gli piace passare da esotico, come facevano gli attori degli anni’70 negli spaghetti-western, e così lui e i suoi sodali per non voler essere da meno fanno delle operette-ribollite.

Il balletto delle Buzzi Belles

Se a qualcuno piace il balletto, quello vero, quello serio, fatto bene, che trasmetta emozioni e lasci qualcosa dentro, non perda tempo a venire all’Aurora, clicchi qui e si riempia gli occhi con questo:

Se invece è di bocca buona e gli piace il movimento asincrono, le maniglie dell’amore ballonzolanti, un po’ di trippetta qui e un ciuffetto di pelo là, ecco che è obbligato a venire all’Aurora a vedere queste professioniste della danza goliardica.

Nel panorama operettistico “goliardico” italiano ci sono quattro scuole: l’operetta senese, inarrivabile, fuori concorso, ma comunque lì non si balla; la Baistrocchi genovese, lì si balla, ma un po’ troppo convinti, non siamo ad Amici; le riviste delle Pagliette del Buzzi di Prato, i migliori in assoluto per questo tipo di performance. Noi Dopolavoro avevamo un nostro corpo di ballo, i “Mondaini Sisters” e prossimamente ritorneranno in pista, stanno terminando un periodo di ripensamento artistico, così negli ultimi anni abbiamo preso a nolo il corpo di ballo del Buzzi.

Sono forti, sono brave, riescono ad unire la coreografia gradevole del ballo alla goliardata, si impegnano e si vede, meno male. Vennero una volta da noi, ci innamorammo noi di loro e loro di noi, tra qualcuno dei nostri e qualcuno di loro è anche scoppiato qualcosa, ma non è questa la sede per parlarne…

Qui foto live e foto libere, dove potete apprezzare nei dettagli l’alto livello raggiunto di finocchietà.

Ed il ricavato? Va a un nostro eterno amico

Detta così non suona bene, ma è la pura e semplice verità.

Dopo aver destinato il ricavato delle prime operette ad Emergency, poi all’Ospedale Meyer, poi alle Ronde della Carità di Paolo Coccheri, ecco che il Dopolavoro ha stretto un sodalizio con un fratello di goliardia che aveva avuto una terribile esperienza dalla vita e faceva della beneficenza anche lui, ai bambini, come il suo che non c’era più.

E da allora, al termine dell’operetta, il poco o il tanto, o il nulla (rimediando quindi raccattandolo tra di noi) lo devolviamo all’Associazione Daniele Mariano Onlus*.

E il nostro fratello Massimo ci ringrazia sempre, sempre uguale ma sempre col cuore:

“Grazie ancora a tutti i goliardi giovani e meno giovani che dimostrano ancora una volta come si

possa fare un gesto di solidarietà celandosi dietro il sorriso di un’irriverente parodia.”

Massimo Mariano

*L’associazione Daniele Mariano Onlus (danielemariano.org) nasce nel 2006 a seguito della

scomparsa di Daniele a soli 26 mesi dopo aver combattuto con tantissima forza la sua battaglia

per la vita. Il suo principale obbiettivo è fornire sostegno ai bambini affetti da gravi malattie

oncoematologiche.

I biglietti vi si portano addirittura a casa, anche con la spesa della Coop.

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